Antonio Tabucchi è stato avvicinato spesso al post modernismo.
Senza dubbio definibile autore contemporaneo, importante sulla scena nazionale e internazionale. Quest’ultima non solo per le traduzioni di Fernando Pessoa o il suo morboso attaccamento alla cultura portoghese, ma in quanto Antonio Tabucchi è stato tradotto in quasi 20 lingue, e autori da tutto il mondo lo hanno preso come un esempio.
Oggi, 25 marzo, si ricordano i 5 anni dalla sua scomparsa.
Ieri, 24 marzo, al complesso universitario San Niccolò si è tenuto un incontro sul personaggio di Antonio Tabucchi, con amici e colleghi che ne hanno ricordato il pensiero poetico e soprattutto hanno rivelato al buon pubblico presente alcuni divertenti aneddoti sulla sua speciale relazione con la scrittura.
E’ stata inoltre un’occasione per presentare il libro (che ha dato anche il nome all’evento) “Rua da Saudade 22”, titolo che ricorda la via citata nel famoso libro di Tabucchi “Sostiene Pereira”. Un libro di fotografie e cartoline, ricordi dello scrittore attraverso le immagini. Molti studenti, professori universitari e ex colleghi dello scrittore pisano hanno preso posto nell’aula 468 del IV piano della struttura, sede della facoltà di Lettere, di cui Tabucchi ha presieduto la cattedra di Letteratura Portoghese dal 1994 al 2005.
Tra i nomi volti a intrattenere i curiosi appassionati tabucchiani c’era quel Paolo di Paolo a cui Tabucchi ha insegnato tanto. Un autore per cui il maestro stravedeva e che lo ha accolto spesso nel suo studio, permettendo oggi a Di Paolo di raccontare come lo stesso Tabucchi trattasse i libri. La grande curiosità che rendeva Tabucchi tanto affascinante agli occhi dei giovani era dovuta anche al suo ruolo di insegnante, sempre volto alla condanna della sciatteria e alle prese con lo scoprire il mondo giovanile e le stesse profondità dei ragazzi. Un uomo che Di Paolo ha presentato come paurosamente attento al dettaglio, alla lettura e riscrittura dei testi, anche quando erano prossimi alla stampa definitiva.
Tra i vari aneddoti di Riccardo Greco, Diego Perucci, Alfonso Diego Casella e Boldrini Maurizio sono uscite con il sorriso le sue sfuriate con traduttori e traduttrici, incapaci spesso secondo lui a conferire la giusta dimensione linguistica all’opera tradotta.
Anche l’attuale professore alla facoltà di lettere, Pierluigi Pellini, ha ribadito come la giornata non fosse volta a celebrare ma a ricordare Antonio Tabucchi, in quanto l’esaltazione non era gradita allo scrittore. Si è molto parlato anche della sua dimensione politica, sempre volta alla polemica e alla discussione, in cui il Tabucchi legato alle istituzioni conviveva con quello anarchico. I suoi ex colleghi lo hanno definito un “repubblicano di sinistra”, senza paura di dimostrare le sue idee che proponeva volentieri nei tavoli di discussione con amici e colleghi, magari, come con piacere ricordano, davanti a un bicchiere di vino bianco.
E’ stato spesso nominato anche Mario Spino, suo grande amico e compagno di cene e eventi, nonché i dottor Salvatore, presenta all’evento, medico e amico dello scrittore.
Tabucchi era un gande amante della convivialità, del momento comunitario, del sedersi attorno a un tavolo e chiacchierare, magari di letteratura o di politica. Lo scrittore è stato definito come il traghettatore dalla letteratura novecentesca a quella contemporanea, sottolineando l’aspetto temporale che caratterizzava i suoi ultimi scritti. L’università di Siena dunque ha avuto il privilegio di aver visto Tabucchi professore nelle sue aule, che avrebbe voluto trasformare un giorno in un polo delle letteratura europea.
Purtroppo, se n’è andato prima.
Riccardo Belardinelli