“Non è un titolo da giocare, ma un luogo in cui perdersi”.
L’art director Aaron Garbut in un’intervista al magazine EDGE ha espresso efficacemente l’idea che Rockstar Games ha seguito nello sviluppo del suo ultimo titolo, Red Dead Redemption II, che verrà pubblicato su scala globale il 26 ottobre 2018 per PlayStation 4 e Xbox One. A distanza di 10 anni dall’uscita del pluripremiato Red Dead Redemption (secondo capitolo della saga Red Dead e gioco più venduto nel 2010) e di 5 anni dall’uscita di Grand Theft Auto V – terzo videogioco più venduto di sempre – Rockstar offrirà alla platea di videogiocatori un titolo che aspira a scalare le vette della fama e così unirsi ai giochi precedentemente citati.
I presupposti perché ciò possa realizzarsi ci sono tutti.
Red Dead Redemption II, prequel di Red Dead Redemption, sarà ambientato nell’America del 1899: insieme al XIX secolo si sta concludendo anche l’epoca dei pistoleri e dei cacciatori di taglie, mentre l’America è in piena evoluzione e punta a diventare la più grande potenza del mondo.
In questo panorama seguiremo le avventure di Arthur Morgan, fuorilegge membro della banda di Dutch van der Linde.
La compagnia di malintenzionati sarà costretta a spostarsi di continuo – sempre pedinata da uomini di legge e cacciatori di taglie – in una mappa sconfinata, la più grande realizzata da Rockstar. Per percorrere l’intera mappa sarà necessario impiegare un tempo considerevole: questo non solo per l’incredibile vastità della mappa stessa, ma anche a causa delle molteplici avventure in cui il giocatore può imbattersi sulla sua strada (essere attaccati da una gang rivale è solo una delle tante peripezie).
Il giocatore potrà muoversi liberamente all’interno della mappa come in tutti gli open world a cui ci ha abituati la casa di produzione, ma, a detta della stessa Rockstar, RDR II sarà anche un deeper world: in qualsiasi luogo ci si trovi – città, montagne, paludi, foreste o deserto – si potrà interagire profondamente con l’ambiente circostante, con la fauna e con le persone. Salutare i passanti, stringere amicizie o farsi dei nemici, fomentare le liti o ignorare i piantagrane: tutte scelte a disposizione del giocatore, ciascuna comportante determinate conseguenze (e i personaggi del gioco ricorderanno bene le azioni compiute da Arthur Morgan); come risultato, saranno le scelte compiute dal giocatore a determinare che tipo di uomo dovrà essere Arthur Morgan.
Proprio come nella realtà, qualsiasi cosa accada il cuore del mondo continuerà a pulsare, e potremo ammirare l’alternarsi del giorno e della notte, il susseguirsi delle stagioni, le variazioni meteorologiche più o meno intense, il tutto condito da una varietà di 200 specie di animali terrestri, uccelli e pesci. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: anche le carcasse animali (e umane) non scompariranno, bensì andranno in decomposizione e torneranno alla terra.
La gang di van der Linde, nel corso dei suoi viaggi, dovrà accamparsi di tanto in tanto. Nell’accampamento si svolgerà la ‘normale’ vita di una banda di fuorilegge: si condivideranno storie attorno a un falò, si giocherà a carte, e con il tempo si conosceranno profondamente i vari membri, che costituiscono, in fin dei conti, la famiglia di Arthur Morgan.
Il morale della banda dovrà essere sollevato procurando provviste, che il giocatore potrà ottenere pescando e cacciando: queste attività dovranno inoltre essere svolte con cura, dato che le oltre 50 armi – personalizzabili in tutti i loro componenti – avranno caratteristiche differenti e saranno soggette a usura, necessiteranno di essere pulite e oliate periodicamente e di essere riposte in fondine adeguate. Delle carcasse animali si potrà decidere quali parti utilizzare, se ricavarne le pelli e venderle per guadagnare denaro, magari da spendere in un saloon.
L’esistenza di un fuorilegge naturalmente comporta il compimento di atti efferati. Rapine ai treni, alle carrozze e agli stores saranno all’ordine del giorno, con la possibilità di ‘convincere’ i testimoni a non aprir bocca. Più si dimostra la propria bravura nel violare la legge, più alta sarà la taglia sulla propria testa, con la conseguente necessità di difendersi da orde di cacciatori di taglie.
Di certo Red Dead Redemption II non potrà mai annoiare il giocatore, considerata l‘infinità di possibili attività che quest’ultimo può svolgere, all’interno delle varie cittadine o nella natura selvaggia. In tutto questo, Arthur Morgan utilizzerà come principale mezzo di trasporto il miglior amico di ogni pistolero che si rispetti, il suo cavallo. La cura certosina e maniacale dei dettagli che Rockstar ha riposto nello sviluppo di questo titolo si può apprezzare a pieno nella proposta di diverse razze di cavalli, ciascuna adatta a determinati compiti e con un peculiare temperamento. Il cavallo risponderà a tutti gli accadimenti del mondo circostante – ad esempio incontri con altri animali – e la progressiva crescita del legame tra il padrone e il cavallo permetterà a quest’ultimo di adattarsi sempre meglio a situazioni complicate; il rapporto con il cavallo migliorerà a seconda di quanto il giocatore se ne prenderà cura, spazzolandolo e nutrendolo. Curioso è peraltro il fatto che persino i testicoli del cavallo risponderanno all’ambiente circostante, contraendosi ed espandendosi a seconda della temperatura percepita; elemento forse in sostanza insignificante, ma dal quale certamente si può evincere l’importanza del lavoro svolto dalla casa di produzione.
Sarà necessario pazientare ancora dieci giorni prima che l’attesissimo ultimo capitolo della saga Red Dead possa essere agguantato da chi magari si è appassionato al genere western grazie a Franco Nero o alla Trilogia del Dollaro, e ha sempre sognato di vestire i panni del protagonista in quel mondo; e proprio la sconcertante verosimiglianza del mondo di Red Dead Redemption II, insieme a un coinvolgente intreccio di trama e azione, fa sì che questo titolo possa candidarsi seriamente ad essere premiato Game of the Year.
Daniele Stricagnoli