21/09/2021
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    Quando UNISI ti dà una gioia: Graduation day!

    Il 23 giugno si è svolto in Piazza San Francesco il Graduation day: la cerimonia per festeggiare e salutare le neo-dottoresse e i neo-dottori dell’anno accademico 2016-2017 dell’Università degli Studi di Siena.

    Quella di sabato scorso è stata la terza edizione di un evento che sta riscuotendo sempre più successo e per il quale l’Università sembra aver investito non solo risorse, ma anche le sue migliori energie.
    Il Graduation day ha proiettato l’Università di Siena nel panorama decisamente “international” delle grandi cerimonie in onore degli  studenti graduated nei  verdi campus statunitensi e inglesi. Chi l’ha definita “un’americanata”  certamente non è rimasto deluso visto che erano presenti tutti gli ingredienti fondamentali: tocco nero con fiammeggiante cordicella, ventaglio con incisione GRADUATION DAY 2018, sedie nominali per gli studenti, sedie numerate per i loro “+1”, i grandi discorsi illuminanti, il trio dei corni che ha dato inizio alla cerimonia suonando GAUDEAMUS IGITUR e il tradizionale, quasi magico lancio finale  del tocco.

    In realtà a dispetto di tutti questi lirismi, il ricordo che tutti gli studenti e gli ospiti conserveranno di questo pomeriggio è una forte emozione che ha coinvolto i presenti e che, a tratti, ha commosso.

    La sensazione che ciascuno di noi ha provato è stata duplice: da un lato IL SENTIRSI PARTE DI QUALCOSA e, dall’altro, è affiorata la consapevolezza che si trattava di un cerchio che si  stava chiudendo.

    L’emozione era degli studenti, che iscrittisi a questo Graduation day senza troppe aspettative, magari considerandolo un’occasione per rivedere i colleghi,  si sono ritrovati parte di una comunità di più di 400 studenti: tutti seduti in file parallele, vestiti eleganti per l’occasione, con un tocco in testa, soddisfatti per il traguardo raggiunto e felici di  celebrarlo con altri ragazze e ragazze di diverse facoltà. Proprio questo spirito di condivisione è stato la miccia che ha fatto sorridere ciascuno dei laureati presenti. Probabilmente  nessuno di noi conosceva il proprio vicino di posto (l’assegnazione era secondo l’ordine alfabetico), ma in quel momento tutti avevamo la certezza che anche lei o lui aveva fatto notti bianche prima di un esame  complesso, aveva ricevuto delusioni accademiche, si era appassionato ad una materia particolare, aveva maledetto i tamburi pre-palio mentre studiava in biblioteca, aveva messo la sveglia alle 07.30 di sabato mattina pur di prendere posto in Sala rosa..

    Siena è anche questo, soprattutto questo: una città campus che permette di vivere a 360° la vita studentesca, un bel privilegio!

    L’emozione era anche delle famiglie che hanno vissuto la soddisfazione di vedere un’Istituzione e una città mettere in risalto i sacrifici compiuti non solo dai propri figli, ma anche dai genitori che hanno deciso di investire in questo Ateneo toscano ancora una volta dal 1240.

    Una grande emozione ha sicuramente investito i relatori che hanno aperto la cerimonia e che si sono ritrovati, dal palco, a parlare ad una folla di ragazze e ragazzi pieni di desideri e speranze. In un’epoca in cui le Istituzioni si rivolgono sempre meno frequentemente ai giovani, il Graduation day è stata un’eccezione che riporta un po’ di equilibrio in un mondo alla deriva.

    Ad arricchire la giornata e a suscitare l’entusiasmo di tutti gli studenti presenti, e non solo, la lectio magistralis del Prof. Maurizio Bettini, uno dei docenti più noti e apprezzati della nostra Università, per chi non lo conoscesse ancora: un pioniere dell’Antropologia del Mondo Antico, un vero e proprio rivoluzionario nello studio della classicità. Con la semplicità e l’empatia che solo un grande studioso e un grande insegnate sono in grado di dimostrare, il Prof. Bettini ha tenuto un discorso sul valore della cultura, spendibile nella vita quotidiana non, o almeno non solo, come bagaglio di conoscenze, ma in quanto palestra per l’esercizio del rispetto e della comprensione, oltre che di se stessi, delle culture altrui. Toccando i temi più attuali e spinosi dello scenario italiano e mondiale, il Prof. Bettini ha affermato con forza la stretta connessione tra cultura e humanitas, nel senso di cifra distintiva dell’essere umano, vale a dire umanità.

    Poi è arrivato il momento di andare a ritirare le nostre pergamene ed infine di lanciare al cielo il nostro tocco e con esso sono volati anche i nostri sogni, le nostre aspettative e le nostre paure …verso il futuro!

    Valeria&Giulia

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