Il 23 Novembre sono stati rilasciati in Europa Pokémon Sole e Pokémon Luna, i nuovi capitoli della leggendaria saga iniziata nel lontano 1996 con “Poketto Monsutā Aka” (Pokémon Rosso) e “Poketto Monsutā Midori” (Pokémon Verde), portando con sé grandi cambiamenti, ma anche tanti riferimenti ai primi capitoli tra cameo di personaggi importanti e rivisitazioni “regionali” di Pokémon della prima generazione.
Acclamato dalla critica come il miglior gioco Pokémon di sempre, con 10 milioni di copie distribuite in tutto il mondo, il brand dimostra una capacità di introdurre importanti novità mantenendo una coerenza stilistica che poche altre saghe riescono ad avere.
Dall’introduzione, in ritardo rispetto ai tempi, della grafica 3D con i capitoli X e Y, la Game Freak ha avviato un processo graduale d’innovazione dell’esperienza di gioco grazie all’aggiunta di nuove meccaniche, prime fra tutte le megaevoluzioni che hanno ricevuto reazioni contrastanti da nostalgici e neofiti della serie.
Sebbene il gioco sia pensato per un audience molto giovane, negli anni è stato registrato un incremento costante dell’età media dei giocatori. Questo ha posto un’ulteriore sfida all’azienda di Satoshi Tajiri: il dover accontentare due generazioni ormai lontane fra loro; il risultato è stato un prodotto tanto innovativo quanto dedicato a noi vecchi appassionati.
Tra i cambiamenti più evidenti salta all’occhio la rimozione totale delle palestre, sostituite con il giro delle isole: un rito di passaggio per i giovani allenatori che devono affrontare sette prove dei capitani delle quattro isole che compongono la regione. Queste prove sono molto più interessanti e varie rispetto agli ormai banali incontri con i capipalestra e si intrecciano in un modo molto più organico con gli eventi della storia.
Anche la trama viene valorizzata di più rispetto ai capitoli precedenti con un ritmo più incalzante, personaggi meglio caratterizzati, diversi colpi di scena e tematiche adatte anche ad un pubblico più maturo. Vengono ripresi gli stravolgimenti dimensionali già affrontati nei remake “Rubino Omega” e “Zaffiro Alfa” che suggeriscono un’impostazione più coerente atta a costruire una storia che attraversa più capitoli della serie.
Uno dei cambiamenti meno ovvi, ma non meno importanti, si presenta sul piano competitivo. Competitivo? Ebbene sì. Dai primi tornei mondiali iniziati nel 2009, il formato ha subito una crescita costante e in questo capitolo ha messo a disposizione molti strumenti per invogliare i giocatori a competere tra loro, introducendo un allenamento per massimizzare le IV. Questi valori innati, precedentemente ottenibili solo attraverso la riproduzione selettiva dei Pokémon, adesso possono essere migliorati tramite un “hyper training” e valutati con un metodo meno vago del precedente. Con il competitivo in mente, la Game Freak ha introdotto una nuova meccanica che nel vgc17 (il formato di gioco ufficiale) va a sostituire le mega evoluzioni: le mosse-Z.
Queste ultime sono mosse speciali che vanno ad aumentare di molto il potenziale del Pokémon che le usa, tuttavia possono essere giocate una sola volta per combattimento. Ciò comporta un incremento ulteriore delle possibili strategie in un gioco che, nonostante si basi su regole molto semplici, può raggiungere dei livelli di complessità e quindi di difficoltà sorprendenti.
Personalmente, avendo cominciato la mia esperienza di questa saga con Pokémon Rosso ed essendomi fermato a Rubino, ho trovato in questo nuovo capitolo una ventata d’aria fresca che comunque non mi ha impedito di ritornare un bambino di undici anni sin dal primo momento in cui ho preso in mano la console.
Il design dei pokemon è molto differenziato e non sarà difficile trovare una squadra adatta ai propri gusti estetici o di performance. Inoltre le varianti regionali rinnovano il design di alcuni dei 151 originali con Dugtrio metallari o Exeggutor talmente alti da non entrare del tutto nello schermo del proprio DS. Riguardo al competitivo, ho seguito assiduamente la stagione vgc16 e raccomando a chi sia interessato ad avvicinarsi a questo mondo di provare a partecipare alle premier challenge che si svolgeranno in Toscana dopo il 10 dicembre per scoprire una nuovo aspetto del gioco che valorizza al massimo la creatività e l’agonismo.
“We don’t stop playing because we grow old, we grow old because we stop ” – George Bernard Shaw