20/10/2021
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    Perché Sanremo è Sanremo

    Ormai siamo quasi giunti alla fine di quello che, già per il secondo anno, è diventato il piccolo grande amore di Claudio Baglioni. Il Festival della Canzone Italiana vedrà la sua conclusione questa sera e solo uno dei 24 artisti potrà dirsi veramente vincitore.
    Le canzoni imperversano già nelle radio e sui canali YouTube italiani da 4 giorni e lo faranno ancora per un bel po’ di tempo.

    D’altronde tutti gli italiani, in un modo o nell’altro, si interessano a Sanremo: chi per ascoltare nuovi brani, chi per osservare gli outfit di concorrenti e presentatori, chi anche solo per criticare il programma.
    Innegabile (i dati parlano chiaro) che quest’anno i telespettatori siano stati meno di quelli dell’edizione precedente, ma in fondo è la novità che attira e Baglioni alla conduzione, stavolta, non lo è più. Il romantico cantante di Tu come stai si rivela comunque all’altezza del suo compito di presentatore e, tra una cantata e l’altra, da solo o in compagnia, ha reso la musica vera protagonista della trasmissione.
    Qualche critica in più riceve invece la Raffaele, per la prima volta presentatrice in veste di Virginia e non in una delle sue tante imitazioni, che risulta un po’ legata e forzata; ad affiancarli Claudio Bisio, secolare presentatore di Zelig, che tiene bene il palco. La sua conduzione è anzi una felice sorpresa, che porta un pizzico di brio sul palco dell’Ariston.


    E proprio Bisio nella terza serata, durante un monologo sul rapporto padri-figli, esplicita quale sia il bello di Sanremo: “unisce le generazioni” dice. Ed è vero: genitori e figli, nonni e nipoti, che siano lontani o che si trovino sullo stesso divano, insieme commentano, cantano, ricordano.
    Giorgia, Fiorella Mannoia, Mia Martini (rievocata dalla voce di Serena Rossi): chi non ha intonato i loro brani? Per non parlare poi di Baglioni e Venditti che duettano sulle note di Notte prima degli esami: tutti l’abbiamo cantata prima della fatidica prova di maturità. In più quest’anno Sanremo ne ha davvero per tutti: i generi sono più vari del solito, dato che tra gli artisti figurano anche cantanti indie e trap.

    Insomma, cari universitari, anche voi non avete scuse per rifiutarvi di guardare IL programma italiano per eccellenza. “Ma non ho visto tutte le altre serate” potreste ribattere. Non importa: stasera ci sarà la finale e siete ancora in tempo per recuperare tutte le canzoni e scegliere la vostra preferita.
    E poi, se non guarderete Sanremo, cosa risponderete a vostra nonna quando domenica mattina vi chiederà: “Ma, senti un po’ beddu, eu jivi a lettu ali dui, ma non capiscivi.. cu vincìu su Festivàl?

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