Da mercoledì 25 a venerdì 27 gennaio, alle ore 21.15, al teatro dei Rinnovati a Siena, da una produzione “Gli Ipocriti”, Giulio Scarpati e Valeria Solarino con altri cinque attori, si sono esibiti in “Una giornata particolare”. Lo spettacolo è tratto dall’omonimo film del 1977 di Ettore Scola, interpretato dai famosissimi Sophia Loren e Marcello Mastroianni.
La vicenda è ambientata il 6 maggio 1938, giorno della storica visita di Adolf Hitler a Roma. In questa data si incontrano due emarginati: Antonietta, madre di sei figli, sposata ad un impiegato statale fervente fascista, donna ignorante e sottomessa, e Gabriele, radiocronista, licenziato perché omosessuale e in procinto di andare al confino. La Storia con la “S” maiuscola resta di sfondo nelle immagini reali d’epoca proiettate, nei richiami della radio, negli elicotteri che passano, nei nomi comuni fortemente italianizzati come “pompono” per “pompon”. Ma la rappresentazione si incentra sull’incontro casuale dei due: Gabriele sta per andare al confino e per lui è una giornata davvero particolare. Ha l’opportunità di confidarsi con Antonietta, una popolana ignorante. Anche la donna trarrà vantaggio da questa conoscenza: potrà confrontarsi con una realtà molto diversa dalla sua e per la prima volta inizierà a leggere un libro, mezzo di riscatto sociale e culturale.
La solitudine di Antonietta si nota già dalla prima scena, in cui vive una condizione da serva ed è scontato che non vada alla parata con il resto della famiglia per rassettare la casa. Non è abituata ad essere considerata in quanto essere umano, né tanto meno ad esprimere una sua personale opinione. La solitudine di Gabriele si evince dal suo impulso al suicidio all’inizio, dalle sue telefonate all’amato Marco che sembra non comprendere appieno il suo dramma e infine con lo sfogo finale in cui dichiara, in un urlo liberatorio, la sua omosessualità. Ma queste due diverse realtà, destinate ad incontrarsi per un solo giorno, subito si separeranno: il marito di Antonietta tornerà dalla parata e Gabriele partirà di notte.
Spettacolo ben riuscito e molto commovente. I due attori hanno saputo ben impersonare i loro ruoli con la giusta emotività. Nonostante la fedeltà al testo cinematografico, la rappresentazione teatrale ha diversi effetti: la verticalità delle scene permette di non interrompere mai l’azione scenica e i sentimenti, a differenza degli stacchi cinematografici nel film. Opportuna anche la proposta di trattare, nel mese dedicato alla Shoah, il tema degli emarginati, aiutando il pubblico a riflettere su quanto sia importante e quasi scontato oggi sentirsi esseri umani con un cuore, delle proprie opinioni e dei sogni da realizzare.
Martina Ragone