Giovedì 5 Aprile, al teatro dei Rozzi, è andato in scena “Dr Nest”, uno spettacolo teatrale legato al progetto per la memoria dei 200 anni dell’ospedale psichiatrico senese San Niccolò.
La “Familie Flöz”, compagnia teatrale berlinese, trasporta magistralmente sul palco la delirante e sregolata vita di una casa di cura per pazienti psichiatrici, raccontata attraverso gli occhi del Dr Nest.
Sebbene egli rivesta un ruolo principale, il vero protagonista della rappresentazione è la follia dell’uomo e l’assenza di un limite, di confine specifico, di una definizione di malattia in contrapposizione alla salute mentale.
Fin dalla scena iniziale infatti si definisce come centrale il tema della continuità tra medico e paziente, salute e malattia, normale e anormale; inscenato come una sorta di danza in cui il ruolo del medico, rappresentato dal camice, si scambia con il paziente confondendo i ruoli in maniera fluida e giocosa, a tratti semicomica, fino a che tutti sono medici, tutti sono pazienti.
Dopo questa breve introduzione ha inizio la vera e propria trama dello spettacolo, piuttosto semplice, resa commovente e accattivante dalla profonda caratterizzazione dei personaggi. I soggetti psichiatrici dell’opera teatrale si ispirano ai protagonisti dei saggi del famoso neurologo e scrittore britannico Oliver Sacks, che nei suoi libri traspone con ineccepibile capacità descrittiva i suoi casi clinici, raccontando il proprio approccio medico e umanizzando la patologia in una prosa dolce e scorrevole che, nonostante l’utilizzo di termini tecnici, rende i suoi libri apprezzabili -apprezzati, anche da chi non è del mestiere.
Il Dr Nest viene trasferito a lavorare in una casa di cura, fa conoscenza con il personale e con i pazienti, con cui cerca di instaurare fin da subito un rapporto di fiducia ed empatia, suscitando perplessità nel resto del personale. La relazione fra il dottore e i pazienti inizia dallo sconcerto, si fa man mano più profonda, caratterizzata da comprensione e simpatia, giocosità e condivisione di profonde paure fino alla totale immersione in quel mondo, in cui il dottore viene risucchiato, finendo per perdere se stesso e confondersi con la follia.
Durante lo svolgersi dello spettacolo sono delle maschere di fattezze umane, rese grottesche dai caratteri esagerati a rappresentare i personaggi, sia il personale medico che i pazienti della clinica. E la musica completa la magistrale rappresentazione degli attori. Sul palco prendono infatti parte attiva dello spettacolo gli strumenti musicali: un pianoforte, il bongo -che tiene colui che lo suona ancorato alla realtà, il theremin che con il suo suono elettronico e distorto trasmette alla pancia di chi ascolta l’altrettanto distorta percezione della realtà all’interno della casa di cura.
Regia di Hajo Schuler, musiche di Fabian Kalbitzer e sul palco: Fabian Baumgarten, Anna Kistel, Björn Leese, Beniamin Reber, Mats Süthoff.
“Se vogliamo sapere qualcosa di una persona, chiediamo: «Qual è la sua storia?»
-Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.
Dr Nest è uno spettacolo che ipnotizza, fa ridere e commuovere. Racconta storie di persone e di malattie facendo sì che tu, pubblico, ti trasformi nell’essere umano che vive dietro ogni maschera.
Sofia Q.