21/09/2021
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    Disagio a puntate- i casi umani spiegati con le serie tv

    Le serie tv sono la droga del secolo: i nostri successori ci ricorderanno come la generazione la cui massima aspirazione per una serata è stata raggomitolarsi nel letto in solitudine mangiando schifezze e guardando altre persone fare cose eccitanti. I telefilm però non servono soltanto a passare il tempo e fantasticare su quale super potere vorremmo avere, ma anche a rappresentare la realtà che ci circonda: in particolare, ecco a voi un elenco dei cinque peggiori casi umani che vi può capitare d’incontrare nel mondo universitario, rappresentati dai personaggi di note serie tv.

    1. Dawson Leery
    La sfiga cronica di Dawson è vintage ma sempre attuale. Friendzonato da tutte le donne che conosce, e probabilmente anche da quelle che non conosce, il nostro Dawson ha chiaramente fatto qualcosa per scatenare l’ira degli dei, e il destino si accanisce effettivamente contro di lui: è il tuo compagno di corso a cui in una settimana hanno rubato il cellulare, il libretto universitario, e il cui relatore è stato arrestato una settimana prima della consegna della tesi.
    Nonostante si evidente che la maggior parte di queste disgrazie non dipendono da lui, non riesce a fare tenerezza a nessuno.  Si lagna, si lamenta e si piange addosso dalla mattina alla sera in cerca di un po’ di compassione, eppure l’unica cosa che vorresti davvero quando lo incontri è avere quattro mani: due per prenderlo a schiaffi e altre due per applaudirti mentre lo fai.

     

    2. Meredith Grey
    Adorata protagonista della serie più lunga dopo Beautiful, Meredith Grey sarebbe, nella vita reale, un sonoro dito in un occhio, e tutti ne conosciamo una come lei. Caruccia, convinta che tutti gli uomini del mondo la vogliano concupire ma alla ricerca dell’unico che la impalmerà e la porterà fino alla tomba, la nostra Meredith è animata da uno sfrenato egocentrismo. Niente le ha mai fatto pensare che il mondo potrebbe non orbitare attorno ai suoi occhioni sempre leggermente stupiti o che gli altri potrebbero non essere invidiosi di lei e vivere fottendosene allegramente della sua presenza. Non riesce a vivere se non si trova nel bel mezzo di una tempesta emotiva e, siccome la vita è tendenzialmente più noiosa di quanto ci facciano credere al Grey-Sloan Memorial Hospital, per saziare questa sua necessità ne inventa spesso di giganteschi e improbabili.
    Nonostante sia petulante, saccente, irritante, la sua convinzione di generare nel prossimo ammirazione e interesse è abbastanza forte da farle ottenere praticamente sempre quello che vuole e mai quello che merita: due schiaffi e una zappa in mano.

     

    3. Il Todd
    Tutti noi ne conosciamo uno: il ragazzo mononeuronato della porta accanto, il collega tragicamente stupido e compiaciuto, il frequentatore abituale del Vanilla convinto che ogni donna sia naturalmente portata a cadere ai suoi piedi. Passa in palestra più ore che sui libri, e nonostante guardarsi allo specchio gonfiando i muscoli sia la cosa che lo eccita di più in assoluto non ha ancora capito di non essere etero. Anzi, cerca di accaparrarsi quante più pollastre gli capitino a tiro, con metodi di rimorchio da lui ritenuti irresistibili ma che generano nella malcapitata di turno soltanto un profondo imbarazzo.
    Parla al telefono con la madre svariate volte al giorno, rientra tra coloro che sognano di farsi montare uno specchio sopra il letto, non ha ancora dato nemmeno un esame ma soltanto perché non ha ancora capito come si accede a segreteriaonline.

     

    4. Sheldon Cooper
    Se si parla di casi umani, non può mancare l’autistico genialoide della situazione. La vera avventura, in questo caso, non consiste nell’averlo come compagno di corso ma come coinquilino: beve sempre dallo stesso bicchiere e guai a trovarlo sporco, mangia soltanto tre alimenti scanditi con un ordine tutto suo (carboidrati nei giorni pari, carne in quelli dispari, un quarto di mela ogni mattina) e si finge morto ogni volta che ci sono degli sconosciuti in casa, che si tratti dei tuoi amici o dell’idraulico che deve fare la revisione della caldaia.
    A tratti faticoso, ma addomesticabile.

    5. Hannah Baker
    L’abbiamo capito, la tua vita fa schifo. L’abbiamo capito, vuoi attirare l’attenzione di tutti. Ma c’è veramente bisogno di andare in giro ad accusare le gente dei tuoi drammi?
    Incomprensibilmente corteggiata da tutti -che scappano nel momento stesso in cui si rendono conto della quota di seghe mentali che l’affligge- Hannah Baker è quella compagna di corso bellina, perennemente imbronciata, che piange appena la tocchi e non ha mai realmente superato i quattordici anni. Dato che, in linea di massima, non le sono capitate le vere, grandi disgrazie della protagonista di Tredici, l’Hannah che conosciamo noi non si lamenta di niente di più serio di “sono grassa”, “i ragazzi non vogliono impegnarsi con me”, “nessuno mi capisce” e “oggi il postino non mi ha salutato, sicuramente mi odia”. A differenza di quanto detto per Dawson, quindi, le sue sfighe non sono nemmeno reali: è soltanto una rompicoglioni perennemente in cerca di motivi per guardarti male e sostenere che, secondo il suo psicologo, sei una figura molto negativa nella sua vita, anche se nemmeno la conosci e tutto quello che hai fatto è stato sederti nel posto che, secondo lei, le apparteneva.

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